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Secondo gli studiosi, le malattie infettive sono la sfida sanitaria di questo secolo. Se pensate che la loro era sia ormai passata, vi sbagliate di grosso; al contrario, ve ne sono molte che stanno emergendo proprio in questi anni. Molto spesso, però, noi sottovalutiamo il reale pericolo che rappresentano; questo perché i focolai di infezione, ossia il luogo da cui queste malattie partono, sono lontani da noi, in paesi poveri. Questo modo di pensare è tristemente sbagliato, prima di tutto perché è profondamente egoistico (ciò che succede ad esseri umani sull'altra faccia del pianeta ci riguarda ugualmente); secondo, perché oramai, con l'era della globalizzazione, le malattie viaggiano alla velocità della luce, e potrebbero quindi raggiungerci in pochissimo tempo. La causa di queste malattie sono, solitamente, virus o batteri. Come raggiungono l'organismo? L'infezione può avvenire tra animali e uomini o direttamente tra uomini. Molto spesso, le malattie facenti parti del primo gruppo si evolvono e divengono trasmissibili da uomo a uomo (es. la febbre suina, passata dagli uccelli ai maiali e dai maiali a noi, e trasmissibile come una qualunque febbre stagionale).

Ovviamente, le seconde malattie sono di gran lunga più pericolose, ma ci sono delle malattie che mietono centinaia di migliaia di vittime anche se sono trasmissibili solo dagli animali (es. il morbo di Chagas, trasmessa da una famiglia di insetti sudamericani, che secondo le stime degli esperti fa 50.000 vittime all'anno).

Ci sono poi le malattie emergenti. Come emergono, esattamente? I fattori sono tanti. Uno l'abbiamo già citato: l'evoluzione. Alcune malattie hanno un ritmo evolutivo allarmante ed imprevedibile; basti pensare alla tubercolosi resistente a tutti i tipi di farmaci (TDR-TB), ossia incurabile e mortale, che ha avuto i suoi sporadici casi in India, Iran ed infine in Italia.

Altri fattori importanti, poi, sono quelli ambientali. I cambiamenti climatici (come anche le modiche degli ecosistemi da parte dell'uomo, es. la deforestazione o la costruzione di dighe) costringono gli animali ad andarsene dai loro habitat naturali, con la possibilità che, migrando, vadano ad invadere gli ambienti antropizzati. E, come abbiamo visto, spesso gli animali portano con sé malattie.inne, le moderne tecniche di allevamento intensivo, nonché poco igienico, funge da focolaio di malattie potenzialmente pandemiche, come il morbo della mucca pazza (nei mangimi delle mucche c'erano carcasse di pecore infette), ma anche le ondate di febbre aviaria dal 1997 al 2009, generate nei pollai cinesi.

Abbiamo allegato a questo articolo (di carattere molto generale) una tabella contenente i numeri di casi e di morti di alcune delle malattie più disastrose degli ultimi anni. I numeri sono angoscianti: basti pensare che la tubercolosi, da sola, uccide più di un milione di persone; e le cure sono spesso inesistenti o non disponibili per tutti. Lentamente nei paesi occidentali si elaborano vaccini e medicinali, ma ciò che facciamo non è ancora abbastanza. Molti stati, tra cui l'Italia, danno fondi minimi alla ricerca scientica; e non appena queste cure saranno create, saranno probabilmente troppo costose per gli indigenti; e, intanto, milioni di persone muoiono, e continuano a morire, ogni anno, ogni giorno, come mosche.

Cosa possiamo fare noi studenti per fermare tutto questo? L'obiettivo di questo articolo è in primis di indirizzare i lettori verso il campo sanitario; invogliamo chi sta leggendo a diventare medico o ricercatore, o anche volontario per le varie associazioni nel campo (una fra tante, Medici senza frontiere). Dare un aiuto in prima la è il passo più importante. Se poi, nel frattempo, non vi piace stare con le mani in mano, ci sono numerose associazioni di ricerca a cui si possono donare fondi. Inne, non dimentichiamo che alla radice ci sono problemi di carattere ambientale, per cui noi tutti possiamo contribuire, seppure nel nostro piccolo. Ricordate che la vita di tantissimi innocenti è nelle nostre mani, e anche il gesto che può sembrare più insignificante può rivelarsi fondamentale.

 

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